La stirpe Locatelli è legata a doppio filo con la vicenda del Gruppo Bergamo: ben due Locatelli contribuiranno alla nascita ed allo sviluppo di questo movimento artistico, che trova le sue radici già negli anni ‘40, ma che è ufficializzato dalla firma del "manifesto del Gruppo Bergamo" il 9 giugno 1956 da parte di Alberto Vitali, Erminio Maffioletti, Trento Longaretti, Mario Cornali, Luigi Scarpanti, Raffaello Locatelli, Giuseppe Milesi, Egidio Lazzarini e Rinaldo Pigola (a cui si aggiungono subito dopo Orfeo Locatelli e Tilde Poli).
Ricorda Pietro Mosca nel secondo volume di "Arte e costume a Bergamo, Ottocento - Novecento" (Grafica e Arte Bergamo, 1990):
la costituzione del gruppo Bergamo rappresentò nel 1956 un avvenimento culturale di notevole importanza. Finalmente anche a Bergamo alcuni artisti, che avevano partecipato onorevolmente a rassegna nazionale e internazionale, si dettero un programma comune e aprirono in via XX settembre una galleria d’arte denominata “Bergamo”, di cui era direttrice Tilde Poli. Colta e aggiornata sugli sviluppi dell’arte contemporanea, la Poli esprimeva una forte carica espressionistica tramite un disegno graffiante e la stesura informale della materia a grandi campiture (…) . Promosso e sostenuto appassionatamente dall’architetto Tito Spini, il gruppo Bergamo polarizzò in poco tempo l’interesse della critica locale più qualificata, interprete delle esigenze artistiche e concettuali del momento. Però dopo l’organizzazione nella galleria Bergamo di numerose mostre, il gruppo disperse le sue energie fra una serie di incomprensioni contrasti. Si sciolse dopo soli due anni lasciando dietro di sé preconcetti, difficoltà e polemiche.
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